Natale in condominio

Un’esperienza che si rinnova.
Un’esperienza da vivere in tutti i condomini della parrocchia

…se il Signore avesse conosciuto
questa piana di Puglia, luce dei miei occhi,
si sarebbe fermato a vivere qui..."
(Federico II di Svevia)

Forse dovremmo tutti rendere più bello il nostro territorio, la nostra città, perché anche oggi, Gesù,

guardandola dall’alto possa ritenerla tanto luminosa ai Suoi occhi da decidersi di rinascere proprio qui,

magari davanti alla meravigliosa porta di Sant’ Andrea o in qualsiasi altro delizioso vicolo,

sotto un meraviglioso campanile o ai piedi del Castello, tra gente semplice e che si vuole bene.

Il nostro è un piccolo segno di unità tra famiglie di un piccolo condominio, che vuole andare al di là della propria strada,

del proprio quartiere, per essere un seme che può aiutare a rendere più bella la propria città, non solo artisticamente ma anche nei suoi abitanti.

Vogliamo che Gesù nasca e rimanga ad abitare proprio qui tra di noi e per questo gli abbiamo riservato un dodicesimo appartamento, per un mese all’entrata del condominio e poi nella grande casa che è il cuore di tutti noi.

Buone Feste dai condomini di via milite ignoto, 11

Da Betlemme a Greccio
Presepio in parrocchia 2011

E’ degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che Santo Francesco realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore.

C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco.

Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico.

Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello».

Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti. Uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi.

Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia.

Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello.

In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.

Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali!

La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi.

I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia.

Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima.
(FF. 468.469)
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